Forward to the past // Mostra collettiva


Mostra collettiva a cura di Anna Riciputo e Pietro Zampetti.

Opere di Linda Aquaro, Panais Bouki, Elisa Cautilli, Fabrizio Ciappina, Roberto Falcone, Nivaldo Godoy, Joollook, Emmanuele Lo Giudice, Paolo Maccari, Davide Massarella, Francesco Messina, Mohabitat, Nicola Paglia, Giorgios Papaevangeliou, Filippo Parroni, Monica Perfido, Giovanni Pernazza, David Pompili, Jacopo Rimedio, Pedro Silvani, Valerio Ventura, Warehouse Architecture.

All’ossessione contemporanea per il passato recente, che Simon Reynolds chiama “Retromania”, ne corrisponde una speculare, propria degli ultimi decenni del secolo scorso, rivolta in avanti, all’immaginario sul futuro. Futuro che nella maggior parte dei casi non corrisponde al nostro presente, ma che in un certo senso ancora ne influenza i diversi ambiti, dalla cultura al linguaggio. La mostra “Forward to the past” è il risultato di una riflessione su queste tematiche, sul confronto con l’estetica e l’immaginario degli anni Ottanta, e rientra in una vera e propria rassegna che prevederà altre mostre, proiezioni e incontri nella cornice di Sinestetica.

“Lo storico e scrittore britannico Eric Hobsbawm ha definito il 1900 “il Secolo breve” assumendo come estremi i due eventi sociopolitici che hanno modificato l’assetto del potere occidentale, la Prima Guerra Mondiale (1914) e il crollo dell’Unione Sovietica (1991). Seguendo questa riflessione diacronica, gli Anni ’80 diventano l’ultima decade di un intero millennio, l’ultimo nel quale aveva ancora senso definire epoche e movimenti per nome e cognome. La nuova generazione, i Millennials, hanno come caratteristica principale l’eterogeneità che annulla la concezione di identità collettiva esaltando l’individualità dei tipi: ci si accomuna per ciò che si fa e non per ciò che si è. La moda, lo stile, la musica degli Anni ’80 sono l’antemurale al pensiero debole: sono riconoscibili, totalizzano, individuano un decennio come unico e irriproducibile. Nell’epoca in cui la personalizzazione è, per usare un ossimoro, la nuova esigenza di massa, la certezza identitaria degli Anni ’80 rassicura, così come la visione del futuro dagli Anni’80 vagheggiava apocalissi nucleari – quasi intuendo il ricorso dell’incertezza e dell’instabilità dopo la ricchezza e la pace dei post-anni di piombo e del pre-millennium bug.
Gli artisti chiamati a interpretare l’iconicità del presente e la “nostalgia del futuro” del decennio 80 hanno attinto al proprio passato, ai propri ricordi, alle letture della giovinezza e alle canzoni dell’adolescenza sui quali hanno costruito gli uomini e le donne che sono oggi, hanno immaginato un contemporaneo visto dal passato e un passato vivo nel contemporaneo, hanno distinto stile dal linguaggio e hanno creato parole nuove per raccontare la storia del decennio che ha concluso un secolo breve e dato inizio a un lungo millennio.” Anna Riciputo.

Inaugurazione sabato 1 dicembre dalle ore 18:30 alle 23:30. Ingresso libero.
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